LE SOSTANZE E I RISCHI - 1 Torna alla Home Page
SECONDA PARTE TERZA PARTE

a cura del Dott. Maurizio Pugliese

FARMACI ECCITANTI IL SISTEMA NERVOSO CENTRALE

Di facile reperibilità , possono dividersi in tre gruppi:

SOSTANZE ECCITATORIE INDIRETTE

Tra queste la stricnina, estratta dalla nux vomica, che blocca a livello spinale l'inibizione del muscolo, aumentando il tono muscolare. Si tratta di un tipo di doping piuttosto demodè, decisamente primitivo, dato che la dose di solito impiegata era di 10 mg, da assumere ripetutamente, dato che il farmaco viene metabolizzato molto rapidamente, ed effetti tossici si hanno già con l'assunzione simultanea di 30 mg ( la dose letale, poi, con soli 50 mg!). Il superdosaggio può portare convulsioni, e dopo 3-4 crisi convulsive, durante le quali il soggetto è sempre allertato e supercosciente, sopraggiunge la morte per mancanza di ossigeno a livello del bulbo (una parte dell'encefalo). In Europa non si usa praticamente più, ma ricordo che fino a 10 anni fa compresse di stricnina erano in vendita libera nell'Africa francofona (mi pare in Costa d'Avorio), con una confezione in cui compariva una specie di Maciste che fermava un bufalo per le corna. Mi chiedo quanti ragazzetti africani può aver inguaiato una "bufala" del genere…

SOSTANZE ECCITATORIE DIRETTE

Tra queste il pentametilentetrazolo (Cardiazolo), l'aminofenazolo (Micoren, Coramina), l'epazolo.

Il meccanismo con cui agiscono non è noto, ma possiedono un effetto analettico (ossia energetico, di aumento di forza) trascurabile se ingeriti, ma più marcato per via endovenosa, anche se poi gli effetti sulla performance non sono gestibili.

Anche qui il rischio è di scatenare convulsioni cloniche e toniche (ossia dapprima movimenti incontrollati, poi irrigidimento generalizzato). Anche questo è un tipo di doping passato di moda, ma piuttosto in voga decenni fa.

XANTINE

L'unica sostanza efficace della famiglia è la caffeina, della quale è possibile il dosaggio nelle urine solo dalle Olimpiadi di Los Angeles. Un livello pari a 15 ??ml nel sangue (che, ricordiamo, finora non è prelevabile nell'atleta) è già considerato una positività. Si pensi che l'assunzione simultanea di 250 mg di caffeina, corrispondenti più o meno a 6 caffè italiani (ogni caffè contiene circa 80-85 mg di caffeina, mentre una tazza di tè ne contiene l'equivalente di 60 mg) produce un livello di xantina nel sangue di soli 10 ? /ml, ancora insufficiente per "doparsi", ma già intollerabile per lo stomaco, che reagisce con nausea e vomito. Dato che lo stomaco non sopporta una dose così massiccia di caffeina, gli atleti usavano assumerlo per via rettale.

Non va trascurato che 6 caffè sono già il livello di pericolo per la possibilità di carcinoma gastrico (ricordiamo che il caffè è pur sempre una sostanza tostata e, come anche i cibi affumicati, a forti dosi e per lunghi periodi può produrre il cancro).

I problemi derivanti da un elevato livello di caffeina nel sangue non si limitano ai pur fastidiosi crampi o a contratture più generalizzate: questa volta l'effetto coinvolge anche l'apparato cardiocircolatorio: vasocostrizione, con aumento della pressione arteriosa, aumento della frequenza cardiaca, aritmie più o meno gravi possono essere il prezzo da pagare per la ricerca di un miglioramento della performance. Che poi, in effetti, si può avere solo negli sport di resistenza, specie se effettuati sopra i 2000 metri di altitudine, per l'allontanamento del senso della fatica.

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AMFETAMINE ED AMFETAMINO-SIMILI

Nelle sinapsi neuronali, ossia nei punti di contatto fra una cellula nervosa e un'altra, lungo la trasmissione dell'impulso, troviamo delle vescicole, nelle quali sono depositate dopamina, adrenalina e noradrenalina che, liberandosi nella sinapsi, stabiliscono il contatto fra le cellule nervose. Le sostanze amfetamino-simili stimolano il rilascio da queste vescicole delle sostanze suddette, per cui all'esame antidoping si rinvengono nelle urine sia la sostanza assunta (amfetamina) che quelle liberate, o i loro derivati ( acido vanilmandelico, metanefrina, normetanefrina) in quantità superiori a quelle fisiologiche. La cocaina ha effetti analoghi, tanto che le due sostanze vengono a volte sostituite fra loro dai tossicodipendenti. L'efedrina, contenuta in molti prodotti da banco per il raffreddore, se assunta per bocca ha una lunga durata d'azione e produce effetti sul sistema nervoso centrale (ossia sul cervello) praticamente simili.

Il nocciolo dell'azione di questi farmaci, quello che viene ricercato da dopati e dopatori, è la liberazione in circolo della dopamina, che possiede fortissimi effetti psicotici, ossia di alterazione dell'umore, della personalità e delle capacità di relazione con l'ambiente, al punto da essere chiamata "l'amina della follia". Il che significa che possono produrre ( e producono…) stati allucinatori con comportamento schizofrenico.

Si pensi che le dosi terapeutiche (in passato, dato che al giorno d'oggi in neuropsichiatria le amfetamine sono sostituite da farmaci più affidabili) sono di 5-10 mg, in soggetti con il tono dell'umore depresso. Per un effetto dopante occorrono dosi 10-20 volte maggiori (fino a 100 mg), su soggetti con tono dell'umore, di partenza, niente affatto depresso.

Si cominciò ad impiegarla perché produceva uno stati di iperattività, con aumento delle capacità ideative, miglioramento del tono dell'umore, riduzione della percezione della stanchezza (pericolosissimo!): il soggetto diviene capace di un lavoro quantitativamente molto maggiore, anche se spesso questo lavoro qualitativamente è più scadente. Ma questo al soggetto non importa, dato che è di ottimo umore (all'inizio), ed è quindi soddisfatto anche di risultati mediocri.

Ma vediamo quali altri inconvenienti può portare l'assunzione di amfetaminosimili:

sonno dilazionato e non ristoratore, perché manca la fase REM (come noto, il sonno è composto dall'alternarsi di fasi REM e Non-REM, ossia fasi in cui c'è una attività cerebrale viva, perché si sogna, e fasi di rilassamento più profondo)

Una intossicazione acuta causa aggressività, panico, spinte suicide, fibrillazione ventricolare (mortale, per chi non lo sapesse …), emorragie cerebrali da aumento della pressione arteriosa, con conseguenze letali, ma anche invalidità permanenti (paralisi).

Ma le amfetamine causano anche dipendenza, e si può giungere all'intossicazione cronica, divenendo paranoici, con uno stato psicotico simil-schizofrenico. Si muore per mancanza di sonno, denutrizione, con sintomi opposti a quelli provocati in un primo momento dal farmaco: depressione, astenia, impotenza sessuale, inappetenza.

Elenchiamo le amfetamine di uso più comune:

Già tra questi farmaci probabilmente qualche nome non risulterà sconosciuto agli amici sportivi: chi non ha mai sentito di qualche amico che ha impiegato qualcuno di questi prodotti?

Ma ci sono anche molecole amfetaminosimili: tra queste, molte sono state impiegate per il loro effetto anoressante (ossia perché riducono l'appetito, e possono rendere meno difficile seguire una dieta dimagrante). Per la loro pericolosità , e per la dipendenza che producono, alcune sono state ritirate dal commercio. Altre le troviamo associate a farmaci contro il raffreddore, per contrastare l'effetto sedativo degli antistaminici o per dare vasocostrizione locale. Attenti, perciò, perché ci si può dopare inconsapevolmente, anche prendendo per il raffreddore un farmaco per bambini. Vediamone alcuni:

Come si è detto, l'azione delle amfetamine è una liberazione di dopamina e di serotonina, contenute nelle cellule nervose, con effetto psicotomimetico (stato allucinatorio con sindrome schizofrenica), ma determinano anche una impermeabilizzazione delle membrane delle cellule nervose, che in tal modo non possono più riassorbire la noradrenalina, che resta in circolo quindi molto più del dovuto.

Per capire la potenza di tali farmaci, che per lungo tempo sono stati assunti in modo incredibilmente incosciente, basti dire che una "sniffata" di 16 mg di cocaina cloridrato produce un effetto dell'ordine di durata di minuti; 10 mg di amfetamina danno gli stessi effetti per ore!!!

Stupefacenti analoghi

Dal corno d'Africa (Somalia, Etiopia) e dal Kenia proviene lo chat, sotto forma di foglie da masticare fresche.
Il crak invece è cocaina base, non cloridrato; ha un effetto immediato per via orale, rapido quanto l'iniezione endovena.

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