LE SOSTANZE E I RISCHI - 3 Torna alla Home Page
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a cura del Dott. Maurizio Pugliese

TESTOSTERONE E DERIVATI

Sono ormoni sessuali, gli ormoni maschili, noti come anabolizzanti (che producono, fabbricano tessuti) e nelle diverse varianti hanno conosciuto una popolarità variabile a seconda dei periodi, ma sempre rilevante. Oggi vengono impiegati anche GH (Growth Hormon, ormone della crescita), LH (Luteinizing Hormon) e FSH (Follicule Stimulating Hormon), che hanno una azione simile.

L'efficacia sulla produzione di massa muscolare è controversa, a parte nelle donne e nei bambini, che ovviamente sono organismi con livelli bassissimi (di norma) di tali ormoni, e in caso di somministrazione rispondono con una mascolinizzazione, che include anche un aumento della massa muscolare.

Uno dei problemi, forse il più evidente nel breve termine, è proprio questa azione sugli organi sessuali primari (i genitali) sugli aspetti sessuali secondari (mammelle, sottocutaneo, apparato pilifero ecc): periodicamente esce in commercio un derivato del testosterone che dovrebbe avere una azione selettiva sul muscolo, ed effetti minimi su organi sessuali. In realtà praticamente nessuno è privo di azione sulla sfera sessuale, e ne analizzeremo poi gli effetti indesiderati.

L'azione forse più spiccata è comunque a livello del sistema nervoso centrale, del cervello, con la ormai nota azione dopaminergica amfetaminosimile: ancora una volta il farmaco dopante agisce sulla mente prima che sul fisico, stimolando la produzione della dopamina (l'amina della follia, come si è più volte detto). Ne deriva un effetto euforizzante, con il soggetto che avverte uno stato di benessere, di allegria, che non prova noia durante gli allenamenti e non sente la fatica, almeno in un primo tempo. Col tempo, e con le dosi, questa euforia si trasforma in aggressività , e può sconfinare in comportamenti asociali, analoghi a quelli presenti nei supermaschi, in cui troviamo un cromosoma Y in più (il "cromosoma del delitto"…), e più alti livelli di testosterone.

Un body builder del massimo livello mi confidò che durante i periodi in cui assumeva anabolizzanti l'inconveniente che maggiormente avvertiva era una irascibilità difficilmente contenibile, con possibili ripercussioni sui contatti sociali.

Questo è uno dei motivi per cui non è possibile effettuare esperimenti in merito alla selettività dell'azione sul muscolo, impiegando su alcuni soggetti ormoni maschili e su altri solo placebo: perché l'individuo sente l'azione dell'anabolizzante, ne avverte il senso di benessere e potenza, ed anche un aumento (transitorio) del desiderio sessuale, e si accorgerebbe subito se gli si sta somministrando acqua distillata al posto del farmaco.

Abbiamo farmaci iniettabili, la cui vita viene allungata sciogliendoli in mezzo oleoso, e farmaci attivi anche per via orale; di tutti, però, si trovano i derivati nelle urine. Ecco perché si usa praticare dei cicli di testosterone durante l'allenamento, per avvantaggiarsi nella preparazione fisica, ma si sospende il farmaco in imminenza di gare. Certo, questo può valere in sport nei quali la stagione agonistica è concentrata in certi periodi; chi deve affrontare una partita ogni domenica, e gli eventuali controlli antidoping connessi, correrà molti più rischi ad adottare strategie di questo tipo.

Ma non è solo il ritrovare la presenza del farmaco nelle urine che ci dà la sicurezza che l'atleta ha "fatto il furbo": si è in odore di doping anche quando il rapporto fra testosterone ed epitestosterone (un suo derivato) è maggiore di 1. Se poi tale valore è 6 il doping è sicuro.

Ed ancora: la produzione di testosterone da parte del nostro organismo è stimolata dalle gonadotropine, ormoni prodotti dall'ipofisi che agiscono sulla attività testicolare. Se un soggetto assume testosterone farmacologico, diminuirà anche la produzione di gonadotropine, dato che i livelli alti di testosterone nel sangue segnalano all'ipofisi che non c'è bisogno di produrre altri ormoni maschili: bassi livelli di gonadotropine saranno perciò un'altra prova dell'avvenuto doping.

Cerchiamo di semplificare il funzionamento del cosiddetto asse ipofisi-gonadi: la produzione di testosterone da parte dei testicoli garantisce un certo livello di ormone nel sangue, e tale livello viene controllato da ipotalamo e ipofisi (all'interno dell'encefalo, quindi): se l'ormone diminuisce, l'ipofisi produce gonadotropine , che vanno a stimolare i testicoli a produrre nuovo testosterone, che segnalerà la sua presenza a livello ipotalamo- ipofisario, per cui si produrrà gonadotropina quanto basta a stomolare i testicoli, e così all'infinito.

Il testosterone esogeno (ossia di provenienza esterna) interrompe questa catena, come abbiamo visto, per cui diminuisce la produzione di gonadotropine: in circolo c'è abbastanza ormone maschile, dunque non c'è motivo di stimolarne ancora la produzione. Alla lunga i recettori testicolari per le gonadotropine, però, possono atrofizzarsi, e il testicolo perdere la possibilità di essere stimolato a funzionare autonomamente.

Vediamo gli effetti ricercati da chi assume anabolizzanti: aumento della massa muscolare, aumento della massa circolante sanguigna (volemia) aumento del numero di globuli rossi e dell'emoglobina (la molecola che, nel globulo rosso, trasporta l'ossigeno). Si aggiungono gli effetti sull'umore già descritti.

Quanto agli effetti indesiderati, si hanno soprattutto nelle donne (anche loro hanno preso e prendono testosterone) e nei ragazzi preadolescenti: irsutismo (crescita dei peli con distribuzione come nel maschio adulto, barba inclusa) irreversibile, calvizie (questa di solito reversibile) arresto della crescita nell'adolescente (perché le ossa si saldano definitivamente, perdendo ogni possibilità di allungamento), diminuzione del grasso sottocutaneo (parliamo anche di quello tipicamente e gradevolmente femminile, su seno e fianchi), evidenziazione del reticolo venoso, ipertrofia del clitoride. Quest'ultimo dato può non essere chiaro a tutti: semplificando, significa che il clitoride, piccola protuberanza posta sopra la vagina, può ingrandirsi al punto da divenire simile ad un piccolo pene. Non precisamente il massimo dell'avvenenza femminile.

Un altro effetto riguarda la libido, ossia il desiderio sessuale: questo nei maschi può subire un significativo aumento, salvo poi precipitare quando il soggetto non assume più il farmaco. Nelle donne può "cambiare di bersaglio".

Muta anche la funzionalità testicolare: dopo soli tre mesi di assunzione anche di dosi lievi può conseguirne atrofia (diminuzione di volume) testicolare, con impotenza (come si è appena detto) o anche solo con aspermia ( diminuzione degli spermatozoi da 50 a 4 milioni !) e quindi sterilità.

A rischio anche il fegato, nel quale potranno prodursi tumori (epatomi), o epatite colostatica (dovuta a minore fluidità della bile nei canalicoli), fortunatamente regredibile, e possibilità di emorragie.

Infine verrà alterata la proporzione del colesterolo buono con quello cattivo, con aumento di quest'ultimo e quindi maggiore pericolo di arteriosclerosi: esattamente l'opposto di quello che, fortunatamente, produce una sana attività fisica.

continua

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